sabato 5 maggio 2012

"Hotspot" sotto la Groenlandia


Gli studiosi non sono ancora in grado di stimare quanto sia il calore che fuoriesce, ma potrebbe essere sufficiente a far scivolare in mare la coltre ghiacciata più rapidamente del previsto

Non c’è solo il cambiamento climatico globale dietro la fusione del ghiaccio della Groenlandia: una sottile fessurazione della crosta terrestre permette al magma di riscaldare uno strato relativamente superficiale della crosta terrestre.
Lo strano “hotspot” è stato scoperto in un angolo della parte nordorientale dell’isola, proprio in corrispondenza del sito in cui recentemente è stato scoperto un fiume di ghiaccio. Gli studiosi non sono in grado di stimare attualmente quanto sia il calore che fuoriesce, ma ritengono che possa essere sufficiente a indurre una lubrificazione della base della coltre ghiacciata, che così può scivolare più rapidamente verso il mare.
“Il comportamento delle ampie coperture di ghiaccio sono un importante strumento di valutazione del cambiamento climatico globale”, ha spiegato Ralph von Frese, che ha guidato il progetto per conto della Ohio State University. “Tuttavia, per poter valutare con esattezza l’impatto umano sul cambiamento climatico occorre riuscire a stimare l’influenza dei fattori naturali, e uno di questi è proprio il calore che proviene dalla crosta. Si tratta di un fattore non ancora conosciuto ma sicuramente significativo.”
I risultati dello studio sono stati presentati durante una sessione del congresso dell’American Geophysical Union, tenutosi a San Francisco.
Von Frese e colleghi hanno combinato alcune misurazioni della gravità dell’area effettuate da velivoli dal Naval Research Laboratory con i dati raccolti mediante rilevazioni radar da colleghi dell’Università del Kansas. La mappa così ottenuta ha rivelato alcune variazioni di massa sotto la crosta terrestre, proprio nel punto in cui si registrano fusioni di ghiaccio.


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