l 17 febbraio del 1996 la Nasa lancia la sonda NEAR, il cui scopo era
raggiungere un asteroide, "433Eros". Il nome della sonda stessa (NEAR) è
l'abbreviazione delle parole "Near Earth Asteroid Rendez-vous",
riferito a quei corpi che hanno orbite che li portano a continui
"rendez-vous" vicino la terra. La scoperta di 433Eros è attribuita al
berlinese Carl Gustav Witt che lo fotografò per la prima volta il 13
agosto del 1898 mentre eseguiva misure e foto astronomiche su di un
altro asteroide. Il nome fu scelto in onore del dio greco dell'amore,
rompendo la tradizione che assegnava agli asteroidi nomi femminili. I
più informati malignano che l'emozione della scoperta diede sensazioni
così forti allo scopritore da farla prediligere ad altri tipi di
attività. Sta di fatto che 433Eros è stato il primo asteroide della
classe Near-Earth, e non casualmente, anche perché è il più grosso di
questa classe di oggetti astronomici.
La Nasa dunque decide nel 1996 di inviare una sonda al fine di
fotografare a distanza ravvicinata questo asteroide, curiosamente
privilegiandolo rispetto ad altri obiettivi più prossimi alla Terra
(1943 Anteros, 3361 Orpheus e 4660 Nereus ), inizialmente preferiti. La
missione ebbe diversi imprevisti, che ritardarono di oltre un anno la
sua messa in orbita intorno a 433Eros, che avvenne solo il 14 Febbraio
del 2000. Tale avvenimento fu trasmesso in diretta streaming in
internet, ed un astrofilo italiano (Alberto Pilolli) stette alzato sino
alle 4 del mattino per assistervi in diretta. Quando si vide finalmente
l'asteroide avvicinarsi, la sonda trasmetteva a colori l'immagine di un
sasso giallognolo ingrandirsi mentre girava su sé stesso.
Ad un certo punto sull'estremità del sasso si vide un luccichio
metallico e "qualcosa" di colore grigio-biancastro, molto evidente sul
fondo giallo dell'asteroide. In quell'istante la telecamera della sonda
smise di trasmettere e riprese a farlo in BIANCO E NERO solo dopo aver
"oltrepassato" l'asteroide di oltre 100 km. Da quel momento nacque in
questo astrofilo la voglia di vederci "chiaro". La Nasa nel suo sito
(http://near.jhuapl.edu/) inserisce, qualche tempo dopo, alcune
centinaia di foto scattate dalla sonda Near, un'accurata selezione di
oltre 600.000 immagini. Ma le foto inserite sul sito sono volutamente
scure, contrastate, a bassissima risoluzione, difficilmente studiabili
senza un discreto lavoro digitale. Conosciutici in un forum di misteri,
decisi di dare una mano a Pilolli, avendo una certa dimestichezza con le
foto e con i programmi di post-produzione (sia per passione che per
lavoro). Cominciai a schiarirle, ingrandirle, aumentarne la nitidezza...
e finalmente emersero "cose" ed oggetti che la Nasa aveva evitato
accuratamente di indicare nei suoi rapporti, pur lasciandole in vista
nelle "poche" foto che ha deciso di mettere in rete.
Questo articolo è la sintesi del mio lavoro di studio digitale sulle
foto che sono ancora visibili sul sito della Nasa (e quindi verificabili
da chiunque voglia farlo).
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