L’Italia ha un mostro per cui preoccuparsi. Un mostro sottomarino conosciutissimo dai geologi ma fino a questi ultimi mesi totalmente ignorato al resto del mondo.
IL VULCANO PIU’ GRANDE D’EUROPA - Stiamo parlando del Marsili, un vulcano sottomarino localizzato nel Tirreno meridionale e appartenente all’arco insulare Eoliano. Si trova a 140 chilometri dalle coste siciliane e a 150 da quelle calabresi ed è il più grande vulcano d’Europa. Secondo gli esperti di tutta Italia una sua eventuale eruzione potrebbe scatenare un maremoto che “laverebbe” a dovere tutta la costa tirrenica meridionale.
PAURA - Il recente terremoto emiliano, avvenuto in una zona che si riteneva non sismica almeno fino alla notte tra il 19 e il 20 maggio ha scatenato l’immaginario collettivo pronto a monitorare qualsiasi movimento inusuale per poi definirlo una “minaccia”, una “bomba a orologeria”, un “pericolo imminente”. Intendiamoci, non c’è nulla di ironico. Anzi, è giusto che le persone sappiano con chi hanno a che fare, specie se è immensamente più forte di loro. Se lo ricordassero sempre anziché in questi momenti sarebbe decisamente meglio.
L’APPELLO SU FACEBOOK - Su Facebook lo scorso 29 maggio è apparso questo appello a seguito di un allarme presentato da Franco Ortolani, ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio, Università di Napoli Federico II. Il testo dell’allarme recita di un rischio tsunami a causa del risveglio del Marsili che potrebbe scatenare degli “eventi franosi” lungo i versanti dello stesso vulcano. Il professore però invita tutti a non farsi prendere dal panico ma piuttosto che tutti “si organizzino con un sistema di difesa dei litorali”.
LE REAZIONI - Non fatevi prendere dal panico. Intanto la nota ha avuto qualcosa come 957 “mi piace”, come se possa piacere l’eruzione di un vulcano sottomarino, e 18.527 condivisioni. I commenti lasciano trasparire l’imminenza di una scossa. Chi porta come prova gli animali irrequieti, chi rende noto il verificarsi di scosse di terremoto di bassa intensità nel centro-sud, chi denuncia che si tratti di un semplice scherzo utile a risvegliare le coscienze nei confronti di un problema reale che non può essere sottaciuto.
LA VERSIONE DI MARIO TOZZI - Insomma. Il Marsili non sta eruttando e non è irrequieto. E’ certo però che sia vivo e vitale. Stiamo parlando di un vulcano attivo. E come è vero che non è possibile prevedere terremoti ed eruzioni, è anche vero il contrario, ovvero che non è possibile non prevedere niente di tutto questo. Secondo il geologo Mario Tozzi l’attività del Marsili non è per nulla nuova, anzi. “Questo settore del Mare Nostrum è un oceano a tutti gli effetti, specialmente se si guarda l’attività vulcanica. In particolare le acque attorno alla Sicilia sono infestate da vulcani noti in tutto il mondo fino dall’antichità”. Il Marsili supererebbe in dimensioni addirittura l’Etna “con i suoi 65 km di lunghezza e gli oltre 3.000 metri di altezza, solo che giace in fondo al Mare Tirreno da oltre due milioni di anni ed è in piena attività”.
NON E’ DA SOLO - Inoltre il Marsili non è solitario: “E, ancora, in fondo al Tirreno giace il vulcano sottomarino Vavilov”. Insomma, non parliamo di cose nuove, visto che come confermato dallo stesso Tozzi “i vulcani del Tirreno sono noti da tempo ai ricercatori e le lave emesse sono ormai ben conosciute e studiate”. Questo però non vuol dire che bisogna abbassare la guardia per un’eventuale eruzione. “Se fosse cospicua potrebbe provocare enormi tsunami [...] Lungo i fianchi del Marsili si stanno sviluppando numerosi apparati vulcanici satelliti i cui crateri possono arrivare alle dimensioni di quello dell’isola di Vulcano”.
NON E’ COME IL VESUVIO - Ma allora che si fa, ci si mette le mani nei capelli e si inizia a girare in tondo urlando considerando la pericolosità dell’ingombrante vicino? No, perché non vi sono evidenze di un’eruzione imminente. “La paura non sembra avere ragioni per persistere oggi, visti anche i sofisticati sistemi di controllo che proprio in Sicilia si stanno mettendo in piedi”. HydePark ha intervistato sul tema il professor Giuseppe Mastrolorenzo secondo il quale qualsiasi analogia tra Vesuvio e Marsili è da considerarsi non corretta.
TSUNAMI? DIFFICILE - Infatti mentre si sa che il Vesuvio può essere pericoloso per persone e cose, il Marsili non ha mai dato prova di pericolosità. La lontananza dalla costa e la sua profondità lo mettono al riparo da qualsiasi rischio dovuto a un’eruzione, eccezione fatta per un eventuale tsunami “la cui comparsa richiede richiede una complessa combinazione di fattori che difficilmente si presentano in contemporanea, o quantomeno il livello di probabilità che ciò accada è basso”. Ovvero, per scatenare un’onda anomala è necessario che vi sia un’evento sismico dalla magnitudo abbastanza alta e con specifici movimenti di faglia.
L’ALLARMISMO DI ENZO BOSCHI - Posizioni mal concilianti con quelle del Corriere della sera il quale dà parola a Enzo Boschi, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia: “potrebbe succedere anche domani. Le ultime indagini compiute dicono che l’edificio del vulcano non è robusto e le sue pareti sono fragili. Inoltre abbiamo misurato la camera di magma che si è formata negli ultimi anni ed è di grandi dimensioni. Tutto ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso”. Ad intimorire il presidente dell’Ingv le diverse emissioni idrotermali le quali stanno avvenendo a una frequenza ritenuta troppo elevata.
BISOGNA MONITORARE - Il Marsili avrebbe una camera magmatica larga quattro chilometri e larga due. Per questo motivo è ormai da anni un sorvegliato speciale per alcuni segni lanciati. Intanto a lasciare perplessi è l’ultima eruzione, avvenuta in epoche parecchio lontane. La nave oceanografica Urania, del Cnr, ha iniziato a scandagliare il fondo rivelando il cedimento delle pareti laterali. ha fatto aumentare la preoccupazione. ”Quello che serve — conclude Boschi—è un sistema continuo di monitoraggio, per garantire attendibilità. Ma è costoso e complicato da realizzare. Di sicuro c’è che in qualunque momento potrebbe accadere l’irreparabile e noi non lo possiamo stabilire”. Insomma. Si grida alla calma ma si ha timore. Rimaniamo sull’unica certezza. Il Marsili non ha denunciato alcuna attività di sorta. E’ giusto preoccuparsi ma non per questo è opportuno scatenare inutili psicosi. Altrimenti è peggio.
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